«La musica insegna a convivere pur nella diversità delle voci»

StradivariFestival - Il Pianoforte Intervista a Ramin Bahrami

Stefano Frati
|8 mesi fa
«La musica insegna a convivere pur nella diversità delle voci»
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“Nella musica c’è la mia dignità, c’è la mia identità: c’è mio padre con il suo violino, mia madre e le sue litanie, ci sono i miei fratelli e le loro passioni, c’è il mio paese e la sua cultura, ci sono lo zoroastrismo e il cattolicesimo, che è la mia religione oggi”. “C’è spazio per tutte le voci e tutte le culture, tutte le razze e tutte le religioni. Le voci possono cantare insieme, le culture mescolarsi e dare origine a capolavori universali, che toccano le corde del musulmano e del cattolico, del buddista e del luterano. Penso che se menti umane sono state capaci di creare opere simili, innalzandosi al di sopra delle divisioni e dei particolarismi, allora esistono speranza e consolazione. Allora esiste un senso, anche nello struggimento e nel dolore”.
I pensieri di Ramin Bahrami, tratti dal suo libro “Il suono dell’Occidente”, sono ideali per introdurre il concerto del pianista nato a Teheran quarantotto anni fa che si terrà a Cremona, nell’Auditorium del MdV, giovedì 27 marzo alle ore 21. “Tra Oriente e Occidente” è il titolo del concerto inserito nella rassegna “StradivariFestival - Il pianoforte”. In programma musiche di Bach, Mozart, Chopin, Bartok, Rachmaninov e Rohani. Bahrami, inoltre, dialogherà con Roberto Codazzi in occasione dell’incontro di mercoledì 26 marzo (ore 17) sempre al MdV.
Maestro, l’incontro di mercoledì prossimo si intitola “Il pianoforte strumento di pace”. Crede che la musica abbia il potere di cambiare le cose? Non rischiamo di incorrere in un luogo comune, abbandonandoci a una consolazione momentanea?
«Assolutamente no. Sono fermamente convinto che soltanto grazie alla cultura, alla musica, alla letteratura e alla bellezza, l’uomo possa far tacere la propria ottusità, arroganza e delirio di onnipotenza....
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