Non più divisa

Lisa Ginzburg
|6 mesi fa
Non più divisa
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Accade che il senso di intima interezza sia forte tanto da significare un imperativo, da segnare il tornante di una scelta che significa una scommessa con se stessi. Lo racconta in modo meraviglioso Eugenio Montale nella poesia Riviere. Dice della propria «triste anima passata» e di una «volontà nuova che chiama». Sente come sia giunto il tempo che entrambe le dimensioni, quella trascorsa e la nuova che sta prendendo forma, si uniscano, confluiscano «in un porto sereno di saggezza». Ecco allora «l’anima non più divisa». Ecco la calma, che anche significa responsabilità di se stessi («rifarsi, non mancar più» nei versi di Montale). «Non ti disunire» recita la battuta di un film italiano recente che ha avuto molta eco. Compattarsi, non disperdere nessuna delle proprie energie, e di lì, da quello sforzo unitario, essere in grado di “rifarsi”.
Nell’intera poesia di Montale, quel termine, “rifarsi”, è il più denso e il più enigmatico. Quasi una specie di nemesi, di rivalsa sul tempo. Perché ogni rinascita è anche una felice resa dei conti. Imprimere diversa curvatura a una linea che ha trovato nuova linfa, nuova direzione. Senza nulla togliere al cammino alle spalle, frastagliato, eppure così necessario. © riproduzione riservata