«Cure palliative, Emilia Romagna inadempiente»
La Regione ha omesso di approvare il piano di potenziamento della rete che la legge esige entro il 30 gennaio di ogni anno per estendere il servizio. In hospice e a domicilio prestazioni in calo
Chiara Pazzaglia
|4 mesi fa

Foto Ansa |
La Regione Emilia-Romagna risulta inadempiente riguardo all’approvazione del piano di potenziamento delle cure palliative, un documento che ogni Regione dovrebbe approvare entro il 30 gennaio di ogni anno e che indica la strategia che l’ente dovrebbe seguire per arrivare a garantire al 90% della popolazione interessata, entro il 2028, l’accesso alle cure palliative, così come indicato dalla legge.
A sollevare il caso la consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini, che qualche giorno fa ha presentato in aula un’interrogazione all’Assessore alla Sanità Massimo Fabi. Come ha evidenziato la consigliera, Lombardia, Toscana, Veneto e anche Calabria hanno fatto meglio dell’Emilia-Romagna, approvando il piano nel rispetto dei tempi previsti e potenziando il ruolo dei medici di base, incrementando gli interventi domiciliari, specialistici e residenziali per adulti e bambini e garantendo un approccio olistico alla gestione del dolore e dei sintomi associati alla malattia.
Ma l’Emilia-Romagna è recidiva: anche il piano 2024 è stato approvato in ritardo. Le conseguenze pesano sopratutto sui malati: infatti, «in questa Regione non è stata attivata l’assistenza domiciliare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, manca un piano del personale, per cui ci sono ambulatori che non possono dare un servizio ai pazienti terminali o cronici per la mancanza di un infermiere e manca, nel miglior stile di questa regione, tutta l’analisi dei costi, quindi anche il miglior piano, anche se sulla carta è bellissimo, si arena per la mancanza di soldi e di personale – affonda Castaldini –. Nel 2018 i pazienti presi in carico dalla rete delle cure palliative erano 11.933 e i numeri erano in crescita, tanto che nel 2022 si era arrivati a 16.027. Nel 2024 c’è stata una contrazione, le persone prese in carico negli hospice sono 5.762, quelle nelle cure domiciliari 8.702, per un totale di 14.464, con una riduzione del 10%», continua Castaldini.
Le conseguenze di questo ritardo potrebbero essere anche economiche: infatti secondo la legge 197 del 2022 la presentazione e l’attuazione del piano costituiscono adempimento regionale ai fini dell’acceso al finanziamento integrativo del Servizio sanitario nazionale a carico dello Stato.
La risposta dell’assessore Fabi non si è fatta attendere: il piano sarà approvato entro luglio. Il ritardo è dovuto «al necessario confronto con tutti i professionisti delle cure palliative».
La questione dei livelli di accesso alle cure palliative è un tema nevralgico nel dibattito sul suicidio assistito, pratica che l’Emilia Romagna ha regolamentato con un semplice provvedimento amministrativo attualmente oggetto di una sospensiva decisa dal Tar.
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